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Viaggio nel tempo all’Albergo Diurno Venezia

Albergo Diurno Venezia del FAI

Oggi sulla mia mail è arrivata una notizia che mi fa piacere condividere: l’Albergo Diurno Venezia di piazza Oberdan a Milano riapre le sue porte al pubblico. Il gioiello di architettura Art Deco nascosto nel sottosuolo nei pressi delle metropolitana sarà visitabile agli iscritti al FAI il 27 febbraio e il 2 aprile e aperto a tutti il 5 marzo e il 24 aprile.
Una bella iniziativa che si ripete dopo il successo di pubblico riscontrato nei mesi scorsi, quando gli spazi del vecchio Albergo Diurno Metropolitano sono stati riaperti per iniziativa del FAI con la collaborazione del Comune di Milano. Erano stati infatti più di 5mila i visitatori che si erano messi in fila per vedere quelli che erano considerati tra i bagni pubblici più belli d’Europa e i meglio conservati d’Italia.

Inaugurato nel 1926 su progetto di Piero Portaluppi (l’architetto che realizzò Villa Necchi, altro tesori del FAI a Milano) l’Albergo Diurno Venezia era un elegante e funzionale centro di servizi per i viaggiatori ma, per i suoi prezzi popolari, era frequentato da molti milanesi in epoche, neanche troppo lontane, nelle quali il bagno in casa era ancora un lusso.
Lungo 88 metri per una larghezza di 14, l’Albergo Diurno era aperto tutti i giorni dalle 7 alle 23. Si estendeva per circa 1200 mq e ospitava sale da bagno (di prima, seconda e terza classe), negozi di barbiere, manicure, lavanderia e stireria, un’agenzia di viaggi e un fotografo.

FAI Albergo Diurno Venezia

Albergo Diurno Venezia, h. Arena Immagini-FAI

C’era anche un servizio di terme: i suoi vapori, insieme con l’aria viziata, sfiatavano nei condotti di scarico contenuti nelle due colonne di cemento ancora visibili in piazza Oberdan.
Le terme cessarono la loro attività nel 1985 mentre i bagni, progressivamente abbandonati dagli artigiani che ci lavoravano, furono chiusi nel 2006, quando lasciò anche l’ultimo barbiere.
La visita di un luogo così particolare rappresenta per il visitatore un viaggio nel tempo indietro di novant’anni. Gli interventi nei locali da parte dei volontari dei FAI  sono stati – volutamente – minimi e si sono limitati all’illuminazione e all’apertura dei lucernari. Tutto è come è stato lasciato, con le originali decorazioni e gli oggetti di uso oggetti di uso comune, ancora chiusi nelle vetrine.

FAI Albergo Diurno Venezia

Lo storico Albergo Diurno Venezia, ph ArenaImmagini, FAI

Nelle intenzioni del FAI c’è anche la possibilità di un restauro conservativo mirato a una destinazione che magari riporti l’Albergo ad attività attinenti a quelle per le quali era stato progettato. Ma è presto per dirlo: per ora godiamoci la visita di questo luogo della memoria, una “Pompei del Novecento per citare una suggestiva definizione del presidente del FAI Andrea Carandini.
Proprio per non disperdere il valore del ricordo, FAI invita chiunque possieda materiale, fotografie e ricordi privati dell’Albergo a inviarli all’indirizzo faidiurno@fondoambiente.it o a consegnarli in occasione dei giorni di visita. L’obiettivo di questa iniziativa, denominata Diurno Venezia. In cerca di memoria è quello di ricostruire e conservare, con la partecipazione di tutti, la memoria collettiva di un bene che è stato teatro della vita di Milano e che è nel cuore dei suoi abitanti da novant’anni.

Per partecipare alle visite bisogna prenotarsi su www.faiprenotazioni.it. Affrettatevi: è gratis ma fino ad esaurimento dei posti.

6 Comments

  • Reply
    giovanni
    19 Febbraio 2016 at 8:15

    Il diurno che ricordi vi erano anche a Bari uno dove vi è il teatro Piccinni e l’altro era sotto il Famoso Hotel delle Nazioni scenario di un mitico film con Alberto Sordi e Monica Vitti ” Polvere di Stelle”

    • Paola
      19 Febbraio 2016 at 8:19

      Questi luoghi infatti hanno il potere di diventare luoghi della memoria. Per questo le visite hanno tanto successo.

  • Reply
    Paola
    18 Febbraio 2016 at 18:54

    Ciao Enrico, il mondo era diviso tutto in prima, seconda e terza classe allora :-). Quelle di prima classe sono solo sei sale, le altre hanno spazi più ridotti e poi le docce. A presto!

  • Reply
    The Master Of Cook
    18 Febbraio 2016 at 18:48

    Sarebbe veramente un peccato non rivalutarlo. 🙂

    • Paola
      18 Febbraio 2016 at 18:58

      La riscoperta di questi spazi ha avuto già un grande successo a Milano. Adesso hanno un grande fascino così “delabrè” ma nelle intenzioni del FAI c’è un restauro conservativo. Si tratta però di spese molto onerose. Vi terrò aggiornati! Ciao e grazie per l’attenzione con la quale segui il blog!

  • Reply
    enricogarrou
    18 Febbraio 2016 at 18:34

    Molto interessante Paola, grazie per quanto ci fai conoscere. Stavo pensando alle sale da bagno (di prima, seconda e terza classe). ma quelle di terza clase in cosa differivano? Un abbraccio

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