La cosa che più mi piace di Milano Design Week e del Fuorisalone è la possibilità di diventare turisti della propria città. Con l’occasione di vedere le ultime novità del design e la creatività delle installazioni si scoprono spazi, case, cortili, locali, piazze e distretti che per anni sono stati quasi invisibili e che invece si rivelano contenitori di tesori. Come il distretto delle 5 Vie, che ho percorso in occasione di un tour organizzato per la stampa del Fuorisalone.
Letteralmente le 5 Vie sarebbero Via Santa Marta, Via Santa Maria Podone, Via Santa Maria Fulcorina, Via Bocchetto e Via del Bollo, ma negli ultimi quattro anni è stato definito un distretto più ampio, caratterizzato da reperti archelogici, chiostri, edifici di architettura moderna e nuivi spazi di recupero, tra i quali bellissimi cortili.
Il tour è iniziato in piazza Gorani, spazio tanto recente da non essere neanche localizzato dai navigatori satellitari. Nuovissima per l’area Brisa-Gorani, con il suo elegante passaggio pedonale, nella piazza si trovano i resti dell’antico Palazzo Imperiale, mura massimianee, due torri e i resti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Qui in occasione del Fuorisalone, negli spazi del Foyer Gorani che si affacciano sulla piazza, è possibile vedere i progetti del norvegese Sigve Knutson, della designer olandese Sabine Marcelis, del tedesco Philpp Weber e dell’italiano Matteo Cibic, menti creative diversissime tra loro ma tutte accomunate dalla spontaneità dell’approccio e dalla ricerca sui materiali.
Percorrendo il dedalo di vie antiche del quartiere, la seconda tappa del tour ci ha portato in via del Bollo, dove infilandoci in un vecchio cortile siamo entrati nella Casa dello Zecchiere che ospita BLoft, la rappresentazione scenica di uno spazio abitativo con complementi di arredo e gioielli contemporanei.
Passeggiando attraverso Piazza San Sepolcro abbiamo raggiunto via Valpetrosa dove al numero 5 va in scena The Italian Affair, proposte di design di avanguardia per il “cibo di una volta” realizzati da cinque designer italiani selezionati da Alessa Rizzetto.
Nel giro di pochi minuti eccoci in una dimensione totalmente diversa e sorprendente: il garage dello Spazio Sanremo che ospita il debutto al Salone di Cartier. Il progetto dell’artista portoricano Desi Santiago, dominato da una fuoriserie oro sospesa al soffitto, tramuta gli utensili da officina in supporti e contenitori per le nuove creazioni di gioielleria di Cartier: da vedere assolutamente.
Sempre nello spazio Sanremo, accanto all’opulenza visionaria di Cartier, The Ladies Room, il collettivo femminile delle quattro designer propone FENOMENA, un’installazione condivisa che gioca sul concetto di complicità della toilette delle signore proponendo al visitatore un percorso di attivazione sensoriale attraverso la percezione e la materia.
Dalla dimensione onirica evocata da Garage Sanremo, i lavori l’artista dei metalli Gianluca Pacchioni ci portano all’angolo tra via San Maurilio e via Nerino con la presentazione della nuova collezione Tropicality, tre pannelli monumentali e scultorei che a maggio saranno esposti a New York per Collective Design. Gli altri lavori dell’artista sono ospitati in una saletta attigua bellissima per la ricchezza dell’ambientazione e degli arredi.
Un passaggio in via Santa Marta con una sosta alla Galleria Rubin – per ammirare la collezione di luci Waitomo realizzata da Marc Sadler ci porta al numero 14 di Wait and See, il concept store ricavato da un vecchio convento che presenta “Uncaged Expectations” le poetiche creazioni dell’artista spagnola Gala Fernandez Montero, esplosioni di vetro colorato dentro strutture in ferro di recupero, come gabbie di uccellini, barattoli e cestini porta uova.
L’atmosfera un po’ rarefatta creata da Fernandez Montero dialoga con il progetto della “tavola scomposta” nato dalla collaborazione tra Bitossi Home e Funky Table che presentano i nuovi servizi da tavola e gli arredi per la cucina in un allestimento ispirato a una vecchia trattoria toscana.
Poco più avanti, l’ingresso allo spazio in via Santa Marta 21 ci dà l’occasione di vedere le bellissime lampade di Cristiana Giopato e Christopher Coombes.
Ancora pochi passi fino a via Nerino ed eccoci all’interno di un altro bellissimo cortile dove ha sede il Laboratorio Paravicini che espone l’ultima collezione di piatti ispirati allo Zodiaco.
Il tour si è concluso nella milanesissima via Cesare Correnti dove al numero 14, attraversando ancora una volta un fantastico cortile, si va alla scoperta di una famosa casa milanese, teatro della mostra Classroom e della collettiva Ladies and Gentlemen con lavori di designer, atelier, studi d’arte idealmente ambientati nell’atmosfera del luogo.
Sempre nell’ambito di via Cesare Correnti 14, nel vecchio atelier di un orafo degli anni ’30, da non perdere la Casa Pop-up di Diesel Living che riunisce per la prima volta l’intera gamma dei prodotti Diesel dedicati all’arredamento.
Basta poi attraversare la strada per entrare al Teatro Arsenale di via Cesare Correnti 18. La ex chiesa di 200 metri quadrati ospita Armour mon Amour, la mostra monografica del duo di designer Färg & Blanche con una serie di pezzi d’arredo ispirati al rapporto tra materiali hard e soft e realizzati lavorando cuciture in metallo con la macchina da cucire. Se non siete mai entrati all’Arsenale – che resiste eroicamente dal 1212 – ne vale, ancora una volta, la pena.
6 Comments
Paola
11 Aprile 2017 at 19:14Grazie! non ci se la fai a vedere tutto ….
Paola
11 Aprile 2017 at 20:44Anche se Fuorisalone è finito, il distretto rimane molto affascinante 😉
Antonio Mecca
4 Aprile 2017 at 21:57Paola sei bravissima!
Paola
4 Aprile 2017 at 21:59Grazie Antonio, è il Fuorisalone ad essere pieno di spunti 🙂
Giuseppina
4 Aprile 2017 at 18:28Sei fantastica.
Paola
4 Aprile 2017 at 20:19Grazie Pinuccia, ma tu sei di parte 😉 .Baci!