Sono andata a Sirolo, nelle Marche, per una vacanza e sono tornata piena di gratitudine per la fortuna di vivere in Italia. Perché Sirolo, piccolo borgo medievale che, insieme alla vicinissima Numana, si affaccia sulla Riviera del Conero è un manifesto della qualità della nostra vita, dei nostri paesaggi, della nostra cultura e della nostra cucina. Il mare, innanzitutto: pulito, premiato dalla Bandiera Blu, bordato da rocce calcaree che ne illuminano il fondale colorandolo di tutte le gradazioni di azzurro.
Poi le spiagge – Urbani, Sassi Neri/San Michele, le due Sorelle e la spiaggia del Frate, condivisa con Numana – una più bella dell’altra e, poiché distanti dai parcheggi e raggiungibili a piedi o con un servizio di pullman, vivibili anche in pieno agosto.
Poi la natura del Parco del Conero, una selva boschiva rigogliosissima, che circonda le spiagge e movimenta tutto il paesaggio circostante, meta di escursionisti e ciclisti.
Poi la bellezza dei borghi antichi, che sovrastano la costa consentendo splendide vedute sul mare, punteggiati da piazzette storiche e animati da viuzze piene di botteghe artigianali.
SIROLO, GALLERY
Poi la genuinità del cibo: la freschezza del pesce e dei frutti i mare, la sapidità delle frutta e della verdura, la golosità dei prodotti tipici, valorizzati dai presidi slow food. Salumi, formaggi, olive ascolane offerte calde nei conetti di cartone. E infine uno stile di vita lento, genuino, lontano dal glamour delle nostre località costiere più note, invisibile quindi agli sguardi annoiati dei vari vip da rotocalco estivo.
Sirolo mi è piaciuta per la sua atmosfera di paese italiano, con la sua piazza dove al mattino si fa colazione e la sera ci si torna per aperitivi sontuosi, con i vecchi del posto con le camicie a mezze maniche fresche di stiratura seduti sulle panchine, lo struscio di passeggini, papà in bermuda, mamme con abiti comodi, bambini che leccano gelati giganti.
SIROLO, GALLERY
Si passeggia tranquilli sul belvedere di Piazza Vittorio Veneto, rinfrescati dalla leggera brezza che sale dal mare, si fa dello shopping tra le botteghe di Corso Italia, un vicolo medievale con le dimore delle antiche famiglie del paese, si curiosa tra le bancarelle del mercatino su via Giulietti vicino alle esibizioni degli artisti di strada.
SIROLO, IL TEATRO
Con una passeggiata su una strada in discesa ombreggiata da cespugli di oleandri, in pochi minuti si raggiunge Numana, con la sua piazza animata, la magnifica terrazza affacciata sulla baia che dalle spiagge di Marcelli arriva a Porto Recanati, le scalinate costeggiate da vasi fioriti.
NUMANA, GALLERY
Tornati a Sirolo si può dare un’occhiata al programma del teatro dedicato a Franco Enriquez o al calendario di musica barocca che quest’anno fa delle tappe alla chiesa di san Nicola di Bari. E poi, ovviamente, si va in giro alla ricerca di posticini dove mangiare.
Il più gettonato a Sirolo è Sara, trattoria storica rinomata per l’ottimo rapporto qualità-prezzo nel centro di piazza Vittorio Veneto, con pochi tavoli interni e l’obbligo di prenotazione, ma va forte anche La Paranza, sulla spiaggia di Urbani, dove la sera, a bagno chiuso, si cena con i tavolini sulla sabbia. È lì che ho scattato la foto di apertura… e quello sul tavolo era solo l’antipasto!
Tuttavia il posto dove ho mangiato meglio in assoluto è il ristorante Emilia, a Portonovo, a circa 10 chilometri da Sirolo. Contesto molto carino, sulla spiaggia, arredi semplici ma curati, personale di sala attento e discreto e una cucina di mare formidabile, portata avanti dai discendenti della signora Emilia che aprì il ristorante nel 1929. Tra tutti i piatti che fanno parte del menù, segnalo i muscioli, le caratteristiche cozze di Portonovo, di taglia piccola e molto gustose. Altra meta rinomata a Portonovo è il bistro Il Clandestino dello chef pluristellato Moreno Cedroni che purtroppo, per mancanza di tempo, non sono riuscita a visitare.
Tornando a Sirolo segnalo la gelateria Il Bassotto, recente vincitrice del Festival del Gelato Artigianale di Ancona e riconoscibile per la lunga coda di clienti che la sera si forma su via Giulietti.
Mentre riguardo le immagini della vacanza, rivedo i colori di un paio di giornate di maltempo che ci hanno tenuti lontani dalle spiagge.
OSIMO, GALLERY
Li ricordo con particolare piacere perché ci hanno permesso di vedere due posti davvero speciali: a circa 15 chilometri da Sirolo il bel centro storico di Osimo, famoso anche per le sue grotte e, un po’ più distanti (75 chilometri), le magnifiche Grotte di Frasassi.
Mentre ammiravo la bellezza del Palazzo Municipale di Osimo con le sue statue acefale o la grandiosità delle grotte sotterranee di Frasassi – formatesi nel corso di milioni di anni e scoperte poco più di quarant’anni fa – mi dicevo quanto sono fortunata di essere italiana, di vivere e di essere cresciuta in un paese circondato da tanta bellezza. Una bellezza che ci appartiene e che Sirolo e la Riviera del Conero mi hanno restituito, ancora una volta, intatta.
6 Comments
Nicoletta
23 Agosto 2016 at 10:41Cara Paola,
sono felice tu abbia “respirato” l’aria serena delle Marche. Io sono originaria di quelle parti (in realtà un pò più giù, Fermo) e ormai naturalizzata milanese. Ogni anno mi ritaglio un pò di giorni per ritrovare le mie origini in quei luoghi e forse anche un pò me stessa tra quelle colline. Quest’anno più che mai ho girato tra i paesi dell’entroterra in un’atmosfera quasi irreale: paesi disabitati immersi in una cornice naturale stupenda. Se da una parte ho “usufruito” della solitudine (via dalla pazza folla), dall’altra non ho potuto evitare una serie di riflessioni su quanto siano sconosciuti certi posti e su come possano essere dimenticati, non tanto dal punto di vista turistico ma dalla vita di tutti i giorni….
Scusami, scusate tutti, forse pensieri in libertà o forse solo un pò di malinconia mentre mi ritrovavo ad aspettare il tram, di nuovo come tutti i giorni.
Nicoletta
Paola
23 Agosto 2016 at 18:21Cara Nicoletta, ti ringrazio per le tue riflessioni che capisco e condivido, anche se sono nata a Brescia ed ho scoperto le Marche solo in tempi relativamente recenti. E’ difficile tirare delle conclusioni: da una parte i luoghi sconosciuti, a volte abbandonati ai quali ti riferisci regalano delle profonde suggestioni e vorremmo rimanessero sempre così. Dall’altra quell’oblio ci comunica occasioni perse, vite passate, tempi che non torneranno più. Trovo però che anche la malinconia di certe riflessioni sia preziosa, soprattutto a Milano, davanti alla fermata di un tram. Ciao, spero di risentirti presto.
Massimiliano Baldoni
18 Agosto 2016 at 22:44scusami se ti correggo ma da marchigiano Doc debbo: le cozze di Portonovo si chiamano “moscioli”
Paola
18 Agosto 2016 at 22:58Grazie Massimiliano, anche un amico di Fb mi ha fatto la tua segnalazione. ma ti assicuro che sul menu di Emilia era scritto ‘muscioli’. Sono chiamati così anche in questo sito della Riviera del Conero http://riviera-del-conero.blogspot.it/2009/01/c-avemo-i-muscioli_22.html.
Può darsi che ci sia una doppia dizione?
Paola
18 Agosto 2016 at 7:34Che bella vacanza! Condivido l’entusiasmo per la nostra terra dove in pochi metri si concentrano bellezze naturali, artistiche, architettoniche, una più “gustosa” dell’altra. Il bello è che ogni volta noi stessi ci sorprendiamo!
orlando778
17 Agosto 2016 at 10:37Sono luoghi affascinanti e portano serenità, si intuisce. Baci Paola:-)