Storie

Sinfonia domestica: gruppo di famiglia (felice) in un interno

Sinfonia domestica

Ho concluso da poco Sinfonia Domestica, un piccolo, delizioso libro scritto da Tina Guiducci per le edizioni La Vita Felice. E’ il diario dei primi settanta giorni del lockdown per coronavirus di una famiglia: madre, padre, due figli adolescenti e il cane ripresi nell’unità di luogo di un appartamento milanese. 

Dal 9 marzo al 17 maggio 2020, settanta giornate apparentemente tutte uguali e invece sorprendentemente uniche, descritte attraverso una griglia di 10 voci che vengono riproposte dall’autrice con rigorosa puntualità e che, nella sospensione rarefatta della pandemia, scandiscono il tempo della lettura come un metronomo.
Non ci si annoia mai nelle pagine del libro di Tina Guiducci: si sorride e, ricordando con lei quei mesi, leggendo i comportamenti e pensieri dei vari componenti della sua famiglia, si riflette sul valore di cose, persone, affetti che diamo per scontati e che invece rappresentano il senso della nostra esistenza.
Sinfonia domestica racconta i giorni felici degli affetti e delle ri-scoperte famigliari nell’intimità della casa e dei sentimenti e i ‘giorni così’ dell’incertezza, della minaccia invisibile ma sonora della malattia che si palesa con il suono delle sirene in una Milano improvvisamente muta, della compostezza silenziosa che accompagna la notizia di qualcuno che si è ammalato e non è più tornato.
E’ un racconto lieve ed empatico derivato dalla raccolta dei post pubblicati dall’autrice sul suo profilo Facebook nei giorni del lockdown: un appuntamento quotidiano con il gruppo sempre più nutrito di amici/lettori curiosi di sapere con quale spirito Tina, i figli Cecilia e Ricky, il marito Giorgio e il cane Zed avevano affrontato l’ennesima giornata di convivenza forzata. 

Tra quei lettori c’ero anch’io ed è stato particolarmente piacevole potere parlare del libro con l’autrice nel dehor di un caffè del nostro quartiere in una Milano finalmente “liberata”.
La prima domanda è sulle ragioni del libro e della sua struttura narrativa.
La sera del 9 marzo mi sono messa come spesso faccio a giocare sui social scrivendo la prima pagina di getto – ricorda Tina -. La mia prima preoccupazione in quella condizione tanto imprevista era di non sprecare il tempo libero che improvvisamente avevo a disposizione. Il destino ci aveva fatto un insospettato e drammatico regalo ma come gestirlo? Così ho avuto l’idea del diario, una forma di scrittura che mi ha costretto all’impegno quotidiano in giornate in bilico tra l’assenza di appuntamenti lavorativi, con l’azzeramento di una vita sociale e un contesto che, apparentemente libero, diventava ogni giorno sempre più circoscritto dalle nuove regole di igiene e prevenzione richieste dalla pandemia. Dal 9 marzo mi sono imposta di scrivere tutte le sere tra le 21 e le 21.30. Ho cominciato d’istinto con l’elenco delle dieci voci che alternano i vari stati d’animo della giornata del nostro gruppo di famiglia e ho continuato così fino al 17 maggio, quando il lockdown si era ufficialmente concluso”. 

Tina Guiducci
Tina Guiducci, ph. G. Gambino

A pandemia finita, qual è il senso ora di un libro che racconta un periodo così limitato nel tempo?
E’ una domanda pertinente! Questo è un piccolo libro, in un piccolo formato che racconta un piccolo periodo rispetto al periodo nel quale ancora viviamo. L’invito più esteso e condiviso è di provare a dare una chance a una dimensione intima e domestica che diamo spesso per scontata, che viviamo come se fosse un rumore di sottofondo sul quale noi possiamo creare la nostra musica personale. Ho un grandissimo rispetto della felicità e credo che la ricerca della felicità, l’obbligo a crearci delle condizioni per vivere felici sia l’unica forma possibile, laica ed etica, di gratitudine alla vita. I giorni descritti dal libro erano ‘giorni felici e giorni così’. In quei 70 giorni mi sono data l’obiettivo di non abdicare mai –  né come individuo né, insieme a mio marito nella nostra funzione di genitori – alla ricerca di essere felici. La dimensione unica che ho trovato per realizzare questa condizione è stata quella domestica perché tutte le altre mi erano precluse. L’intuizione di quel diario e di quei giorni per me è stata quella di osservare da vicino la casa che mi accoglie, i gesti quotidiani, l’impegno di manutenzione che di solito sono svolti con disattenzione. La scoperta della dimensione intima e domestica ha suonato la sua musica generando per noi una felicità possibile”.

Sinfonia domestica. Giorni felici, giorni così
Tina Guiducci
La Vita Felice
pag. 152

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