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Fondazione Prada: quando l’arte rigenera la periferia

Fondazione Prada- quando l'arte rigenera la periferia

Non accontentatevi delle immagini diffuse sui tanti media. La nuova sede della Fondazione Prada a Milano è un luogo straordinario, che merita di essere visto, esplorato, goduto a lungo. E che sorprende per la maestosità del progetto, sviluppato per 19.000 metri quadri nel complesso industriale di un’ex distilleria e realizzato da Rem Koolhaas combinando sette edifici preesistenti a tre nuove costruzioni (Podium, Cinema e Torre). Una presenza destinata a dare un volto nuovo alla periferia sud di Milano, con la creazione di un polo culturale di respiro internazionale.
L’architetto  (e archistar) olandese – dal 2000 tra i più stretti collaboratori di Prada –  ha ideato uno spazio che alterna vecchio e nuovo, orizzontale e verticale, ambienti aperti come cortili e chiusi come torri. Un contrasto che si ripete nella scelta dei materiali e dei colori: cemento e vetro e specchi, marmi e metalli, bianco e nero, grigio e oro.

Fondazione Prada- quando l'arte rigenera la periferia

Un progetto ideato per ospitare mostre d’arte e la creatività degli artisti e, negli intenti della Fondazione Prada, concepito per interpretare un’idea di cultura interdisciplinare, aperta alla partecipazione della cittadinanza, alla discussione e all’apprendimento.

SERIAL CLASSIC, LA GALLERY

Fondazione Prada, Serial Classic

Fondazione Prada, Serial Classic

Indicativa di questo approccio la mostra Serial Classic, co-curata da Salvatore Settis e Anna Anguissola e ospitata nei due bellissimi piani del Podium. Il visitatore è condotto all’esplorazione del rapporto tra originalità e imitazione nell’arte greca e romana in un suggestivo percorso didattico che, attraverso 60 esemplari, dimostra come grazie al metodo della produzione seriale, seguito sia dagli artisti greci sia quelli romani,  siamo venuti a conoscenza delle opere originali andate in gran parte perdute.

HAUNTED HOUSE, LA GALLERY


Dopo questa immersione nel mondo dell’arte classica, il percorso espositivo prosegue lungo corridoi, cortili delimitati da pareti di specchi, la salita di torri e la discesa in spazi sotterranei che mostrano via via altri aspetti dell’arte contemporanea. Le installazioni e le opere di Robert Gober e di Louise Bourgeois sono ospitate in forma di collezione permanente nella Haunted House (Casa degli Spiriti) che svetta con i suoi quattro piani rivestiti da uno strato di foglia d’oro, mentre le opere e le installazioni di An Introduction – buona parte delle quali appartenenti alla Collezione Prada – sono distribuite nella galleria Sud che sfocia in un finale a sorpresa nel Deposito dove sono “posteggiati” veicoli a motore di diversa natura.

AN INTRODUCTION, LA GALLERY

Nella galleria Nord del versante opposto è presentata la mostra In Part progettata intorno al concetto del corpo e dei suoi frammenti attraverso opere di Maurizio Cattelan,  Michelangelo Pistoletto, Lucio Fontana, Francesco Vezzoli, Yves Klein, Francis Picabia.

IN PART, LA GALLERY

Scendendo invece nella Cisterna si scoprono le tre opere del Trittico, selezionate intorno a un tema comune per essere esposte a rotazione. Questa prima selezione, in mostra fino al 10 gennaio 2016, si sviluppa intorno alla geometria del cubo con i lavori di Eva Hesse, Pino Pascali e Damien Hirst.

Fondazione Prada, Trittico, Damien Hirst, Lost Love, 2000

Fondazione Prada, Trittico, Damien Hirst, Lost Love, 2000

L’artista britannico presenta Lost Love, una delle sue tipiche rappresentazioni sui temi della vita, della nascita e della morte: l’installazione di un lettino ginecologico immerso in un acquario abitato da pesci vivi e sicuramente una delle opere più sorprendenti dell’esposizione.
La sorpresa del resto è uno degli elementi sui quali la Fondazione Prada intende giocare il suo rapporto con il vistatore e che si riscontra un po’ dappertutto, persino nell’allestimento del Bar Luce, curato da Wes Anderson e aperto al pubblico anche attraverso un ingresso esterno al museo. Il regista di Grand Budapest Hotel ha ricreato l’atmosfera di un piccolo caffé della vecchia Milano, con omaggi iconografici alla Galleria Vittorio Emanuele e ai capolavori del Neorealismo italiano di De Sica e Luchino Visconti.

Il cinema svolge infatti un ruolo da protagonista nella proposta culturale della Fondazione che fino al 25 luglio ospita il documentario intervista Roman Polanski: My Ispiration realizzato da Laurent Bouzereau e accompganato da una rassegna di film. Trovate trailer e programmi nel sito ufficiale, davvero completo.


Non limitatevi però a un giro virtuale con la tastiera e andate invece di persona in Largo Isarco 2. Dalla periferia di Milano vi troverete proiettati in un contesto internazionale, dove l’arte e l’architettura parlano il linguaggio della contemporaneità.

Fondazione PradaFONDAZIONE PRADA MILANO
Largo Isarco 2
Aperta tutti i giorni, dalle h. 10 alle 21

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