Grandi, importanti, assertivi: i gioielli in pelle di Giulia Boccafogli non passano inosservati. Sembrano plasmati nell’inchiostro e provenire da un immaginario sommerso, dove richiami tribali si mescolano ad atmosfere decadenti e suggestioni sottilmente fetish. Riduttivo definirli accessori: non completano l’abito delle donne che li indossano ma ne diventano i protagonisti assoluti.
Giulia Boccafogli che li immagina, li disegna, li plasma lavorando la pelle con mani segnate dalla nobile callosità degli artigiani, li chiama ornamenti. Una definizione puntuale, rivelatrice di una personalità metodica, formatasi attraverso gli studi classici e poi un corso di laurea in architettura per diventare architetto nello studio di famiglia.
Parallelamente a questo percorso Giulia ha coltivato fin da piccola la passione per la realizzazione di gioielli e accessori. L’incontro con la pelle appartiene un’altra volta alla tradizione familiare: i nonni materni realizzavano scarpe a mano e Giulia bambina amava disegnare e creare oggetti con la pelle avanzata dalle loro lavorazioni.
Dalla dimensione giocosa, la passione è cresciuta accompagnandola attraverso l’adolescenza e la giovinezza. Complice la scoperta a Bologna di un magazzino dove venivano dismessi grandi quantità di pellami risalenti agli anni ’80 e un soggiorno negli Stati Uniti di cinque mesi a San Francisco dove è entrata in contatto con un contesto creativo assolutamente stimolante, Giulia una volta rientrata in Italia, ha deciso di dedicarsi alla creazione di gioielli a tempo pieno, mettendo da parte la professione d’architetto.
La sua collezione più di successo, Bodega Bay porta non a caso il nome della cittadina californiana vicina a San Francisco dove nel 1963 Alfred Hitchcock ambientò il famoso “The Birds”. Il piumaggio degli uccelli e l’atmosfera cupa evocata dalla minaccia dei corvi, ispirarono a Giulia collane e monili dalle linee leggere e sottili, dove le frange in pelle si mescolano a catene in acciaio inox e ottone.
Viaggi, cinema, letteratura, musica: non c’è settore dai quali Giulia non tragga ispirazione anche se le più suggestive derivano dal romanzo gotico inglese di Mary Shelley e Bram Stoker o dalle atmosfere visionarie dei film di Tim Burton o Terry Gillam.
L’innamoramento di Giulia per la pelle l’ha portata nel tempo ad esplorare tutta la duttilità della sua consistenza materica creando jabot e colli a gorgiera ma anche gioielli di ispirazione hippie e rock, sempre utilizzando pellami prodotti in Italia, spesso recuperati da scampoli, ritagli e rimanenze di lavorazione.
Una ricerca e una dedizione che ha subito avuto consenso: i lavori di Giulia, fin dai primi esordi in un blog e poi nei siti di e-commerce, hanno trovato distributori, prima in Italia ed ora, dopo otto anni, anche in tanti negozi all’estero.
Tenere dietro a tutti gli ordini per le sue creazioni realizzate rigorosamente a mano, organizzare la presenza alle fiere di settore oltre che in selezionate esposizioni collettive – come la mostra Skin presso il Museo del Gioiello di Vicenza lo scorso anno – è diventato molto impegnativo, soprattutto dopo la nascita, solo pochi mesi fa, della piccola Anita.
Ma nell’atelier di Como, dove si è trasferita dopo il matrimonio, Giulia si sente una donna felice: “Lavorare con le mani è il mio conforto, quasi un momento catartico. Mi sento molto fortunata: il mio è un lavoro bellissimo”.
Per informazioni e prezzi: GIULIA BOCCAFOGLI
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2 Comments
Alfieri Jewel Design
23 Marzo 2017 at 9:35Belli, piuttosto impegnativi…
Paola
21 Marzo 2017 at 15:31Beh, sono davvero originali