L’incontro con i gioielli di Monica Trevisi rappresenta un viaggio nel bello. Belle sono le sue creazioni in acciaio, cristalli di rocca e pietre dure, oggetti unici interamente lavorati a mano, che mixano con risultati indefinibili quanto affascinanti forme arcaiche, estetiche tribali, contaminazioni rock. Bello, anzi bellissimo, è il luogo dove la creatività di Monica prende vita: un grande spazio con i soffitti a vista, il pavimento in legno, muri di mattoni illuminati da finestre che incorniciano glicini in fiore, balconi fioriti, alberi di tigli e gelso, lo scorcio di cortili con vecchi macchinari di archeologia industriale. Il laboratorio-showroom di Monica Trevisi si trova a Mogliano Veneto, all’interno della Filanda Motta, un complesso architettonico ricavato dal recupero di una fabbrica dove per quasi cento anni, da metà Ottocento alla fine della Seconda guerra Mondiale, veniva filata la seta ricavata dai bozzoli.
Un luogo di grande fascino, immerso nella campagna veneta, definito da enormi finestroni, pavimenti in cotto e un’alta ciminiera. Negli anni ’90 la Filanda è stata restaurata e convertita in un centro di servizi destinato a laboratori artistici e di alto artigianato, studi di designer, architetti, fotografi.
Da quando è riuscita a portare alla Filanda i suoi gioielli, Monica è una donna felice. Felice dell’incontro quotidiano con la bellezza della struttura, della luce che si affaccia dalle finestre, dei rapporti di buon vicinato che si è spontaneamente instaurato con la comunità di creativi che, come lei, hanno scelto un luogo di lavoro tanto particolare.
Non a caso il video realizzato da Giorgio Oppici che Monica Trevisi ha dedicato alle sue collezioni, è soprattutto un affettuoso omaggio alla magia della Filanda. Poi, ovvio, ci sono i gioielli, oggetti dall’anima in acciaio che dialogano straordinariamente con lo spirito del luogo.
Monica è giunta a questa sintesi attraverso un viaggio lungo e appassionante che attraverso percorsi imprevedibili e mai tracciati a priori, l’ha portata alla scoperta di una creatività e di una capacità manuale che non avrebbe mai pensato di possedere. Non durante gli studi poco convinti alla facoltà di Lingue Orientali a Ca’ Foscari, non nella lunghe trasferte di lavoro negli Stati Uniti alle dipendenze di importanti brand di moda italiana e poi americana, non nell’attività per società di servizi che nel Veneto operavano nel settore dell’abbigliamento. “Per me il lavoro significava soprattutto indipendenza. Lo cambiavo continuamente alla ricerca di nuovi stimoli. Ma sentivo di non costruire niente: un grande movimento senza andare da nessuna parte”.
Monica ha dovuto fermarsi per trovare un punto di inizio. Un lungo periodo di autosospensione dal lavoro, seguito da mesi di solitudine e immobilità totale tra le mura di casa. Tabula rasa, mentale e fisica. “Il regalo di un gioiello, un bracciale da piede di origine indiana, è stato uno squarcio nel cielo che mi ha scosso dal torpore. Affascinata da quell’ornamento ho voluto crearne di simili. Ho cominciato a infilare perline, mi sono costruita un telaio, ho sperimentato tanti colori”.
Monica Trevisi è una che nelle cose si butta a capo fitto. Per un anno ha realizzato centinaia di bijoux, fino ad arrivare a danneggiare la vista. “Paradossalmente questa difficoltà mi ha portato a un salto di qualità. Costretta a lavorare con elementi più grandi, sono passata alle perle e ai fili di metallo. E ancora una volta mi si è aperto un mondo: le mie mani realizzavano oggetti sempre più complessi e sofisticati. Avevo spesso la sensazione di non essere io a possedere questa capacità. È stata la scoperta più bella della mia vita”.
L’incontro con gli elementi distintivi delle sue collezioni di gioielli, le molle d’acciaio che Monica ora lavora in vari diametri e propone nelle versioni argento e bronzo, è avvenuto in quei mesi di creatività finalmente libera e liberata, ancora una volta in maniera del tutto casuale. “Ero in una merceria, notai dei barattoli di bastoncini che servivano per dare forma ai fiori di carta. Un colpo di fulmine: li ho portati a casa e ho cominciato a lavorarli”. Prima la realizzazione di anelli, poi la sperimentazione di volumi e forme che collegate con fili ed elementi in metallo di origine industriale danno vita a bracciali, orecchini, anelli, collane di ogni lunghezza, dove la molla d’acciaio, lavorata come un tessuto, crea trame e intrecci dove si inseriscono perle, pietre dure, cristalli, elementi in pelle colorata, lenti da vista. Gioielli molto femminili ma mai vezzosi, amati da donne che interpretano la scelta di un accessorio come una dichiarazione di stile.
Monica Trevisi li crea con uno spirito altrettanto libero, incurante delle tendenze della moda e dei contesti, anche commerciali, con i quali ha scoperto di non essere in sintonia. “Una riflessione maturata durante la convalescenza in seguito a un incidente che nel 2010 mi ha costretto a lungo a casa e avvenuto proprio quando la mia attività, tra fiere nazionali e internazionali, viaggi all’estero e una distribuzione in vari paesi del mondo, era al culmine”.
Un altro stop, un altro momento di immobilità, l’ennesimo rito di passaggio. Ma ancora una volta Monica trova la capacità di rinascere, di risalire. Si scopre resiliente, proprio come le molle di acciaio dei suoi gioielli, capaci di conservare la loro struttura o di riacquistare ogni volta la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamenti o deformazioni.
L’arrivo alla Filanda, su segnalazione di un amico artista che già vi aveva un suo spazio, è prima un approdo, poi l’isola felice che alimenta la sua energia. Monica ne ha bisogno: oltre a realizzare i suoi gioielli, progetta e cura immagine e packaging, segue il sito con la sezione di e-commerce, tiene i contatti con i clienti e i distributori. Come le sue creazioni possiede un’anima d’acciaio che, se lavorata con passione e pazienza, si piega ma non si spezza mai. Anzi, si rigenera creando, ogni giorno, bellezza.
MONICA TREVISI JEWELS
Filanda Motta
Via Chiesa Campocroce, 4
Mogliano Veneto, TV
info@monicatrevisi.com
1 Comment
Tratto d'unione
21 Giugno 2017 at 11:05Bellissimi gioielli.