Storie

Beatrice Fontana: la style curator

Beatrice Fontana

Beatrice Fontana è una delle prime persone che incontro la mattina. Nei minuti dedicati alla colazione, davanti a una tazza di tè, vado con il cellulare su Instagram e mi appare lei con il suo sorriso e la sua selezione di cose belle: borse, scarpe, accessori per la casa, vasi, tovaglie, collane, fiori che regalano un tocco di indispensabile leggerezza al mio inizio di giornata. Immagini, dettagli e tanti consigli di stile con un tocco di humour che rendono l’appuntamento con il suo profilo @beatricefontanastudio (oltre 24mila followers) imperdibile.
Instagram è uno spazio strano, attraverso il linguaggio dell’immagine crea relazioni istintive che si rivelano inaspettatamente profonde. Con Beatrice è successo così, ho cominciato a seguirla e a commentare i suoi post, attivando uno scambio molto simpatico che ha portato (pochi giorni prima del DPCM che ha dichiarato la Lombardia zona rossa) a un invito nella sua bella casa milanese per incontrarci di persona e fare una bella chiacchierata sullo stile, la moda, i social.

Beatrice Fontana

La story di Beatrice Fontana sul nostro incontro

“Mi piace definirmi style curator, mi piace l’idea che il mondo sia una galleria e io ne sia la curatrice esponendo le cose che mi piacciono – si racconta lei davanti al set di tovaglie e tazzine allestito sul grande tavolo del soggiorno -.Tutto nasce dalle mie ricerche. Sono designer specializzata nell’accessorio ed è ciò che volevo fare fin fa piccola, quando sui diari delle amichette alle elementari davo consigli su come vestirsi  e disegnavo le mie ‘pupine’  tutte abbigliate. Riguardandole a distanza di anni, mi colpisce che fossero già accessoriate di borse e collane”.

Quando Beatrice parla della sua professione, le brillano gli occhi. “Ho sempre amato la moda con una passione che mi ha portato agli studi in Fashion design alla Marangoni, dove ho anche insegnato cinque anni per il corso di Accessori mentre aprivo giovanissima, a 23 anni, il mio studio di consulenza”. Uno studio che ha diretto per circa trent’anni, attivando collaborazioni con i brand più prestigiosi del lusso come Fendi e Fendissime, Bulgari per undici anni disegnando borse diventate iconiche, Versace, i fratelli Rossetti per le scarpe, Armani e tanti altri, anche in settori non attinenti al fashion come le porcellane tedesche Meissen e le stilografiche Parker e Watermann di Parigi dove Beatrice Fontana è stata direttore artistico per cinque anni.
Ho avuto la fortuna di vivere la mia professione negli anni più belli, quando il lusso era qualcosa di esclusivo, non perché necessariamente costoso ma perché unico. Ma quell’ambiente è cambiato e le collezioni dipendono ormai dai consigli di amministrazione, non dall’estro dei creativi. La gestione dello studio era diventata molto impegnativa. Quando poche stagioni fa ho deciso di concludere quella fase imprenditoriale e di lavorare con modalità diverse, ho scoperto Instagram e mi si è aperto un mondo”.

Beatrice Fontana

Una borsa iconica della collezione Bulgari disegnata da Beatrice Fontana

Su Instagram Beatrice è molto attiva, con la galleria curatissima e in continuo aggiornamento e la carrellata delle stories con i consigli di stile proposti con un linguaggio frizzante e molto ‘fashion’: cliccatissimo l’hashtag #newnormal che raccoglie tutte le “dritte” per vestirsi alla moda con i vecchi capi del guardaroba o come passare indenne tra i passaggi di stagione mixando i pesi diversi dei capi. Personalmente ho applicato i consigli di Beatrice nelle ultime settimane, divertendomi a indossare gli abiti e le gonne leggere dell’estate con i maglioni oversize dell’autunno e riesumando le collane a catena dorate degli anni ’90 per essere in ordine durante le call su Zoom in smart working. Beatrice è una grande promotrice del #mixandmatch, altro hashtag che definisce una selezione delle sue stories: “Il mixandmatch deriva dalla grande attenzione al dettaglio che è basilare nella mia professione, è il piacere di accostare tra di loro cose belle e ricercate, non in senso economico ma di gusto. Ho un accumulo di oggetti , magari anche kitsch, che insieme creano stile”.

Beatrice Fontana

Lo stile come misura, proporzione, colore nel salotto di Beatrice Fontana

Sul suo profilo Instagram qualche mese fa Beatrice ha lanciato il #Beamood: “E’ nato durante il primo lockdown quando raccontavo i miei stati d’animo ma anche le mie esperienze negli IGTV  di Instagram. Molte follower mi scrivevano complimentandosi, spesso inviandomi come regalo degli oggetti di loro produzione. Per ricambiare li ripostavo e loro mi confidavano che le mie stories avevano incrementato le loro vendite. Dà lì è nata l’idea di lanciare una mia selezione del meglio della produzione artigianale che ho conosciuto attraverso Instagram. Pochi pezzi, scelti con il mio gusto, come i sottopiatti che vedi su questa tavola, o altri sui quali sono potuta intervenire direttamente, come i gioielli in corallo o le tovagliette in lino, ricamate su motivi disegnati da me. Il Beamood è la mia maniera di enfatizzare uno stile, la valorizzazione di una creatività e di una realizzazione artiginale: ancora un’attività da style curator, in fondo”.
Cosa è per te lo stile?
Lo stile è la declinazione di un tuo gusto personale contestualizzata al momento e al luogo. Puoi avere stile con un gonnellone a fiorellini e le infradito perché vivi a Los Angeles o con i pantaloni skinny con i combat boots perché ti muovi a Berlino: vanno entrambi benissimo in quel momento se tu ti ci ritrovi e ti senti al meglio di te stessa”.

Lo stile non ha a che fare con l’eleganza?
No. Eleganza è una parola per me obsoleta, perché ti porta verso stilemi antichi. Oggi il mondo è cambiato, la vita non ha più regole, i vecchi concetti di eleganza non esistono più: non possiamo più pensare che ai matrimoni si debbano indossare le calze o che la scarpa debba essere in tinta con la borsetta. Rifarsi a quei diktat non significa avere stile, ma solo diventare vecchia. Lo stile è la ricerca della bellezza, nel contesto a cui appartieni, declinata su di te: l’eleganza è deja vu”.
Arriviamo finalmente all’hashtag delle storie di Beatrice che mi diverte di più, la  #Giustona, un neologismo inventato da lei: “La Giustona è proprio quella ha stile, colei che fuori dai soliti canoni dell’eleganza riesce a trovare dei modi di esprimere se stessa, di essere contemporanea e a suo agio nel contesto in cui vive con un tocco in più, l’elemento che le conferisce stile”.

Beatrice Fontana

Il ritratto di Beatrice Fontana dell’illustratrice Rebecca Moses

Ma qual è il segreto della Giustona?
Quello di custodire nell’armadio una serie di capi che sfidano il tempo e le mode. Come il pantalone bianco che va bene anche se sei curvy se indossato con un maglione a mezza coscia, un coat animalier, il giubbino di jeans, una sneaker anche slim, il trench, un capo cammello… Soprattutto bisogna puntare sugli accessori: l’elemento che in primis definisce la Giustona, è una bella borsa”.
Deve essere firmata?
“Se me lo chiedi… sì! È un investimento. Consiglio non tanto un modello ‘It’ che è circoscritto al momento, quanto una ‘Icon’, che puoi comperare anche vintage e ti dura per sempre. La bella borsa fa la differenza rispetto alla  borsettina”.
Tu dici spesso che ‘less is bore’
“Sì assolutamente. Ma serve sempre equilibrio per evitare l’effetto panterona. Se metto la collanona anni ’90 che va tanto adesso, non posso aggiungere anche l’orecchino alla spalla e il  braccialettone. Nel mio armadio ho degli stivaletti bassi tutti pieni di strass che adoro, ma quando li indosso metto solo un anellino, punto!”.
La bella chiacchierata con Beatrice Fontana a questo punto non può che concludersi con un suo giudizio da esperta sull’outfit che ho scelto per il nostro incontro: maglione e gonna nei toni del grigio, collana, orecchini, ankle boots neri, bracciale argento e orologio maschile. Le chiedo se sono ‘troppo’. “No, perchè hai dei colori satinati e quindi va bene anche se indossi collana, orecchini e bracciale“.

Beatrice Fontana

A casa di Beatrice Fontana… prove di outfit

Beatrice FontanaNon mi accontento e insisto: ma cosa mi manca per essere Giustona?
Ti manca un tocco di colore: sono troppo serie le scarpe, forse – ammette alla fine lei – . Diciamo che io avrei optato per un anfibio. O meglio, delle sneakers colorate: con quelle eri di sicuro Giustona!”.
Appena a casa, ecco dal cellulare il segnale di un messaggio. È Beatrice che mi posta le foto un paio di Nike arancio e giallo: “Queste sono ok, ma guarda anche quelle che ti ho mandato su IG ;-)”.
Sorrido e mi dico che Beatrice Fontana è davvero una Giustona.

Betarice Fontana

5 Comments

  • Reply
    Paolo Cancarini
    9 Novembre 2020 at 13:01

    Mi permetto di non essere d’accordo sul fatto che l’eleganza sia tramontata, Per me rappresenta una “memoria” e un ancoraggio al Passato inteso come tradizione, che con i dovuti aggiustamenti, va portato avanti come contente un Valore tuttora valido e per niente deja vu ma ancora attuale

    • Paola
      9 Novembre 2020 at 14:43

      Forse Beatrice si riferiva al concerto di eleganza come a una serie di diktat ormai superati dagli stili di vita. La tua però è un’osservazione interessante, eleganza come memoria 👏

  • Reply
    Paolo Cancarini
    9 Novembre 2020 at 12:57

    Piacevole lettura

    • Paola
      9 Novembre 2020 at 14:41

      Grazie Paolo! 🙏

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: